Impianti immediati dopo l’estrazione di elementi dentari compromessi
Il protocollo implantologico tradizionale, fino a poco tempo fa, prescriveva una completa guarigione di un sito in cui era stato estratto un dente compromesso prima della posizione di un impianto dentale. Questo spesso portava però ad un forte ridimensionamento osseo e quindi alla riduzione del processo alveolare per la posizione dell’impianto che poteva comportare tra le altre:
Lunghi tempi riabilitativi
L’induzione di un processo degenerativo atrofico
Perdita delle anatomie e delle geometrie dei tessuti molli
Oggi invece si è dimostrato come sia possibile e molto più vantaggioso l’innesto di un impianto dentale anche subito dopo l’estrazione di un elemento dentale compromesso.
L’impianto immediato infatti potrebbe presentare dei problemi solo nel caso in cui non venisse colmato gap impianto-osso nella porzione coronale o venisse effettuato in presenza di processi fisiologici infiammatori.
Nel primo caso il gap può venire colmato dalla posizione di un impianto con diametro maggiorato rispetto ad un impianto con diametro minore, mentre l’assenza di processi infiammatori può essere certificato da una procedura diagnostica.
Niente paura quindi se si decide di posizionare un impianto subito dopo l’estrazione di un elemento dentale compromesso perché se ne guadagna in termini di:
Forte riduzione dei tempi riabilitativi
Sicurezza della permanenza della struttura ossea e delle strutture dei tessuti molli
Nel solo caso in cui la terapia incontrasse la presenza di processi infettivi a carico dell’elemento estratto diventerebbe necessario procedere con un impianto postestrattivo differito.
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Estratto da un articolo di Giuseppe Vresta - Istituto Scientifico S. Raffaele di Milano